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Dalla ricerca annuale UNIDI-Key-Stone arriva un messaggio chiaro: il comparto cresce e tiene bene, nonostante le sfide.

Anche nel 2024, il settore dentale italiano ha dimostrato grande stabilità, confermando i livelli positivi raggiunti nel 2023 e mantenendosi ben al di sopra dei dati pre-pandemia. In un contesto economico che poteva far temere un rallentamento fisiologico, il comparto ha invece mostrato equilibrio e resilienza, segni evidenti di una maturità sempre più solida.

A raccontarci questa fotografia incoraggiante è la 19ª edizione della tradizionale ricerca di mercato promossa da UNIDI e realizzata da Key-Stone.

I consumi reggono, ma gli investimenti rallentano

Per quanto riguarda il mercato interno, il valore degli acquisti da parte di studi e laboratori (il cosiddetto sell-out) si è mantenuto stabile anche nel 2024, confermando per il quarto anno consecutivo un giro d’affari intorno ai 1,7 miliardi di euro. A trainare questo dato sono stati soprattutto i prodotti di consumo e le lavorazioni digitali customizzate.

Alcuni comparti, però, registrano una leggera flessione. È il caso della radiologia, che segna un calo netto del -24%, e – seppur in misura minore – delle tecnologie CAD-CAM e degli impianti. Si tratta comunque di una dinamica attesa, legata al naturale riassestamento dopo i forti incentivi legati agli investimenti negli anni scorsi, che avevano accelerato la digitalizzazione degli studi dentistici.

I materiali monouso restano stabili, anche se lievemente condizionati dal rientro dei prezzi post-inflazione. Prosegue invece il trend positivo degli allineatori dentali, mentre l’implantologia si conferma su livelli costanti, sostenuta dalla crescente attenzione alla salute orale — in particolare tra le fasce di popolazione più mature.

Produzione in crescita nonostante la frenata dell’industria

Nel 2024, mentre l’industria manifatturiera italiana nel suo complesso ha registrato una contrazione del -3,5%, il comparto dentale si è mosso in controtendenza: la produzione ha superato i 1,3 miliardi di euro, segnando una crescita dell’1% rispetto al 2023.

Un risultato che conferma un trend di lungo periodo solido e costante: dal 2011, la crescita media annua è del +5%, e i volumi attuali sono oltre il 30% superiori rispetto a quelli pre-Covid.

Export in ottima salute: superati i 900 milioni di euro

Sul fronte internazionale, il dentale italiano continua a farsi valere. Mentre l’export nazionale nel complesso è calato leggermente (-0,4%), il settore dentale ha visto un’ulteriore crescita, con esportazioni che superano i 900 milioni di euro (+2% rispetto al 2023), quasi il doppio rispetto a dieci anni fa.

Il successo all’estero è trainato in particolare dalle attrezzature per studi e laboratori — che rappresentano il 55% dell’export — ma anche i consumabili, soprattutto nel settore chimico e farmaceutico, giocano un ruolo di rilievo. Un segnale importante del valore del Made in Italy, sempre più riconosciuto nel mondo per qualità, innovazione e affidabilità.

Il settore affronta con consapevolezza una nuova fase di normalità

Per Roberto Rosso, fondatore e Presidente di Key-Stone, il 2024 segna l’inizio della vera “nuova normalità” post-pandemica. Dopo anni di forti oscillazioni — prima per la crisi, poi per la ripresa accelerata — il comparto ha saputo adattarsi con intelligenza e visione strategica.

“Le aziende italiane hanno risposto in modo maturo, strutturandosi per affrontare questa fase con equilibrio e capacità produttiva. La sfida ora si gioca sulla competitività internazionale, anche rispetto ai nuovi player asiatici”, spiega Rosso.

Un’analisi condivisa anche da Fabio Velotti, Presidente UNIDI, che sottolinea:

“I dati dello Studio di Settore ci dicono che il settore dentale italiano è forte, maturo e pronto a guardare al futuro. La lieve contrazione degli investimenti in tecnologia è parte di un ciclo fisiologico. Ma la tenuta del consumo interno, la crescita della produzione e l’eccellente performance dell’export dimostrano la solidità strutturale del comparto. UNIDI continuerà a supportare le nostre imprese nell’internazionalizzazione, nella competitività e nell’innovazione, con l’obiettivo di una crescita sostenibile e condivisa. Dobbiamo proseguire su questa strada, valorizzando le eccellenze italiane e rafforzando il dialogo tra industria, professionisti e istituzioni”.