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Molti studi confermano la previsione di una futura diminuzione degli studi odontoiatrici, ma questo non è un dato necessariamente negativo.
Ecco un piccolo specchietto dello scenario del prossimo decennio:

 

Il trend è chiaro, il numero di studi dentistici in Italia è in costante diminuzione. I dati confermano questo cambiamento, affermando che molti studi sono oggetto di un trend di concentrazione.

Questa tendenza non è un fenomeno prettamente italiano ma è possibile verificare lo stesso trend in tutta Europa; vi rimandiamo ad una ricerca di KPMG che afferma che l’alta frammentazione del mercato e una domanda stabile rappresentino un’opportunità d’investimento a livello europeo.

Non si può certo sottovalutare questo tema, esso infatti può rappresentare una concreta minaccia alla microimprenditorialità dei titolari degli studi dentistici.

Possiamo individuare tre distinti cause a questo fenomeno di concentrazione:

  • Funzionali

  • Demografiche

  • Capitale privato

 

Le cause funzionali

Gli studi italiani soffrono di occupazione delle poltrone per vari motivi, ma i principali sono di natura macroeconomica il mercato è stato aperto ad attori esterni e con l’aumentare dei competitor la situazione economica si è fatto più incerta cambiando in maniera irreversibile il settore.
Secondo gli studi di Key-Stone, istituto di ricerca nel settore dentale, si evince come poco più del 30% degli studi raggiunga un grado di occupazione dei riuniti lle soddisfacente e si trova quindi in un situazione di buon livello di saturazione della struttura.

Questi dati sono dovuti ad una semplice analisi, se i titolari di uno studio dentistico provassero a costruire un conto economico nel quale la sua personale attività clinica fosse remunerata come fatta da un terzo operatore di pari livello, in molti casi si accorgerebbe che l’attività è in perdita.


Fattore demografico

Anche i odontoiatri invecchiano, infatti dai dati resi noti da FNOMCeO la fascia d’età più rappresentata degli iscritti è quella fra i 60 e 64 pari al 21%. Se analizziamo un orizzonte temporale di 10 anni molti di questi studi verranno probabilmente dismessi, alla luce soprattutto del fatto che si tratta di studi monoprofessionali.
Considerando i dati precedentemente analizzati si evince come queste attività avranno poco mercato nel caso di vendita. ll vero mercato si muoverà intorno all’acquisizione del portafoglio pazienti di questi centri, secondo modalità fiscali e di legittimità normativa tutte da approfondire.


Capitale privato

La liberalizzazione del mercato e l’ingresso di nuovi attori non legati alla passione per la professione medica ma spinti da motivi prettamente economici ha mutato indubbiamente lo scenario.
Aggiungiamo a tutto ciò l’avvento in questo settore di fondi di Private Equity e dei professionisti della finanza, dediti alle classiche operazioni di M&A Roll-Up.

Conclusioni

Il modello di business verso il quale si sta procedendo è quello volto alla acquisizione e successiva fusione di altri studi, con un focus maggiore rivolto all’acquisizione del portafoglio clienti.

Con questa prospettiva il titolare di uno studio che vorrà organizzare la propria attività in previsione di una prossima cessione dovrà mettere mano all’asset dello studio in chiave imprenditoriale con almeno qualche anno di anticipo.